Assoni trasmettono a cellule
arteriolari nel cervello
GIOVANNI
ROSSI
NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 20 gennaio
2024.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
L’accoppiamento neurovascolare cerebrale è un
importante meccanismo omeostatico che consente la regolazione del flusso
ematico in rapporto all’attività dell’encefalo, accrescendo la quantità di O2
disponibile al crescere delle esigenze dei neuroni. Nella fisiologia del
cervello, lo studio dell’accoppiamento neurovascolare (NVC, da neurovascular
coupling) costituisce un campo classico della ricerca che indaga ambiti estesi
dal rapporto tra processi cerebrali e fisiologia vascolare alle possibilità di
prevenire l’ictus ischemico.
Numerosi
studi hanno dimostrato l’importanza della specificità del tipo cellulare perché
si attui il processo di NVC, ma fino a oggi il modo in cui l’informazione sull’attività
neuronica giunga alle arteriole, facendone variare coerentemente e proporzionalmente
il calibro, non è stato chiarito. Era noto che l’esatta definizione avrebbe richiesto
la visualizzazione delle strutture cellulari di rapporto tra compartimento
nervoso e compartimento vascolare e, pertanto, Dongdong Zhang e numerosissimi
colleghi coordinati da Jie-Min Jia hanno sviluppato un progetto di ricerca
finalizzato alla scoperta della struttura cellulare necessaria al processo di
trasmissione dell’informazione ai vasi circa lo stato di attività del cervello.
I ricercatori, usando l’optogenetica focale bifotonica nella corteccia
cerebrale del topo, hanno individuato la struttura e il dispositivo che
consente la trasmissione dell’informazione.
(Dongdong
Z. et al., Synaptic-like transmission between neural axon and arteriolar
smooth muscle cells drives cerebral neurovascular coupling. Nature Neuroscience – Epub ahead
of print doi: 10.1038/s41593-023-01515-0,
2024).
La provenienza degli autori è la seguente: School of
Life Sciences, Fudan University, Shanghai (Cina); Key Laboratory of Growth
Regulation and Translation Research, School of Life Sciences, Westlake
University, Hangzhou (Cina); Laboratory of Neurovascular Biology, Institute of
Basic Medical Sciences, Westlake Institute for Advanced Study, Hangzhou (Cina);
Westlake Laboratory of Life Sciences and Biomedicine, Hangzhou (Cina); College
of Artificial Intelligence and Big Data for Medical Sciences, Shandong First
Medical University, Jinan (Cina); Shanghai Medical College, Fudan University,
Shanghai (Cina); Program in Speech and Hearing Bioscience and Technology,
Harvard Medical School, Boston, MA (USA); Department of Neurosurgery, Shanghai
Medical College, Fudan University, Shanghai (Cina); Brain Functional Laboratory,
Neurosurgical Institute, Fudan University, Shanghai (Cina); Institute of Brain-Intelligence
Technology, Zhangjiang Lab, Shanghai (Cina); Shanghai
Key Laboratory of Brain Function and Restoration and Neural Regeneration,
Shanghai (Cina); Chinese Institute for Brain Research, Beijing, Beijing (Cina).
Lo studio qui presentato conferma un’ipotesi
avanzata per la prima volta oltre mezzo secolo fa[1] e presa
seriamente in considerazione da molti ricercatori già 25 anni fa[2]; ma,
prima di esporre in sintesi quanto è stato scoperto e definito da Dongdong Zhang e colleghi, si propone per il lettore non
specialista una breve introduzione sull’irrorazione vascolare cerebrale.
La vascolarizzazione arteriosa dell’encefalo, per la
cui descrizione si rimanda ai trattati di anatomia, è fornita da due sistemi
arteriosi che si anastomizzano nel poligono o circolo arterioso del Willis,
quello della carotide, che attraverso le carotidi interne sanguifera la massima
parte dei due emisferi e forma la parte anteriore del poligono, e quello della
succlavia, che fornisce le arterie vertebrali dei due lati che si uniscono a formare
il tronco basilare, che pulsa sul clivo dell’occipitale, e dal quale si
dipartono i rami che compongono la parte posteriore del poligono. L’irrorazione
ematica del cervello si divide in territori arteriosi, nell’ambito dei
quali assumono particolare importanza le branche a dispositivo terminale, la
cui occlusione causa infarto[3].
Il cervello, che costituisce all’incirca il 2% del
peso corporeo, riceve circa il 15% del flusso cardiaco in uscita dal ventricolo
sinistro e consuma approssimativamente il 20% dell’O2 consumato dall’intero
organismo. Questi valori rappresentano l’alta frequenza metabolica e la grande
richiesta di ossigeno che caratterizzano la fisiologia dell’organo più
complesso che esista in natura. Il flusso ematico totale al cervello presenta
valori fisiologici che vanno dai 750 ml a 1 litro al minuto e, approssimativamente,
350 ml di questo flusso passa attraverso le due carotidi, mentre una frazione
di 100-200 ml attraversa il sistema vertebrobasilare. Il flusso per unità di
massa della materia grigia è quattro volte maggiore di quello della sostanza bianca.
Si conoscono due tipi principali di autoregolazione:
1) si ha vasocostrizione delle arteriole quando la pressione arteriosa sistemica
si alza e vasodilatazione quando si abbassa, con un flusso costante tra i 60 e
i 150 mm Hg (sotto o sopra questi limiti si hanno cadute o crescite lineari);
2) l’aumento di CO2 porta vasodilatazione e aumento del flusso, la
riduzione di CO2 (ipocarbia) porta vasocostrizione e
riduzione del flusso.
Questo secondo meccanismo di regolazione, che
dipende da pH e gas ematici, merita un breve approfondimento. L’inalazione del
5% di CO2 aumenta il flusso ematico del 50%; il 7% di CO2 lo
raddoppia. Respirare O2 puro riduce il flusso ematico di circa il
13%; l’O2 al 10% lo accresce del 35%. Il meccanismo di queste risposte
non è ancora stato chiarito, pertanto non se ne comprende bene la ratio.
L’effetto vasodilatatore del CO2 arteriolare è probabilmente mediato
da alterazioni del pH extracellulare; si ritiene che possano avere un ruolo le
concentrazioni locali di adenosina e K+, entrambe in grado di
causare vasodilatazione. Quali che siano i meccanismi, le risposte fisiologiche
sono in grado di proteggere il cervello accrescendo l’apporto di ossigeno e la
rimozione di metaboliti acidi in condizioni di ipossia, ischemia o danno
tissutale.
Le risposte fisiologiche consentono aggiustamenti
quasi istantanei del flusso ematico cerebrale regionale, per far fronte alle
richieste delle rapide variazioni metaboliche di glucosio e ossigeno che
accompagnano i processi neurali dell’encefalo. Ad esempio, la visione di una
scena complessa accresce immediatamente il consumo di glucosio e ossigeno nella
corteccia visiva del lobo occipitale, con il conseguente aumento della
concentrazione di CO2 e abbassamento del pH locale, che causano il
rapido incremento del flusso ematico corticale occipitale.
Queste nozioni introduttive rendono evidente il
valore della scoperta di strutture e meccanismi di questi adattamenti
omeostatici per comprendere la ratio di ciascuno, e progredire nella
conoscenza di processi fisiologici e fisiopatologici rilevanti a fini
terapeutici e preventivi.
Dongdong Zhang, Jie-Min Jia e un
nutrito team di ricercatori, indagando mediante optogenetica focale
bifotonica nella corteccia cerebrale murina la morfologia della struttura
chiave nell’accoppiamento neurovascolare, hanno rilevato singoli assoni
di neuroni glutammatergici innervanti le arteriole con un dispositivo
simil-sinaptico che trasmette grazie a una giunzione neuro-arteriolare formata
dalle fibrocellule muscolari lisce del vaso col terminale assonico (NsMJs).
Il bottone presinaptico (parental-daughter
bouton) realizza una doppia innervazione:
1) innervazione dei dendriti post-sinaptici; 2) innervazione delle cellule
muscolari lisce delle arteriole.
Le cellule muscolari lisce della parete vascolare
esprimono vari tipi di recettori per neuromediatori, alla cui dettagliata
analisi si provvederà in ulteriori studi, ma i ricercatori fra questi hanno
rilevato, in particolare, bassi livelli della subunità 1 (Grin1) dell’importante
recettore del glutammato NMDA (N-metil-D-aspartato).
Molto significativi i risultati degli esperimenti
condotti causando iperemia corticale: la compromissione della trasmissione NsMJ, mediante un knockout specifico per le cellule
muscolari lisce arteriolari di GluN1, diminuiva l’iperemia corticale indotta
optogeneticamente oppure causata dalla stimolazione delle vibrisse. Fatto
rilevante è che l’assenza della subunità GluN1 nelle cellule muscolari lisce
arteriolari riduceva l’atrofia dell’encefalo seguente all’ischemia cerebrale,
prevenendo il sovraccarico di Ca2+ nelle cellule muscolari lisce
durante la costrizione arteriolare causata dalla depolarizzazione
diffusa indotta dall’ischemia.
Lo studio di Zhang e colleghi ha rivelato che il
processo fondamentale nell’accoppiamento neurovascolare cerebrale è costituito
da una trasmissione glutammatergica simil-sinaptica tra terminali
assonici e cellule muscolari lisce dei piccoli vasi arteriosi
encefalici. E questa acquisizione apre una nuova via per lo studio della fisiopatologia
e della prevenzione dell’ictus cerebrale.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Giovanni
Rossi
BM&L-20 gennaio 2024
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16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1] Furono Iwayama, Furness e Burnstock
che, in uno studio ultrastrutturale sull’innervazione adrenergica e colinergica
delle arterie cerebrali del ratto, rilevarono elementi che li indussero a
supporre un controllo diretto dei vasi più piccoli da parte di neuroni cerebrali
(Circ. Res. 26, 635-646, 1970).
[2] Sandor P., Nervous control of the cerebrovascular system: doubts and
facts. Neurochem. Int. 35, 237-259, 1999.
[3] Lo studio dettagliato dei
territori delle arterie cerebrali è parte fondamentale della neurologia classica
e della neuropsicologia basata sul metodo anatomo-clinico.